La storia dell’oro comincia in epoche remote. Al di là dei ritrovamenti archeologici, è curioso riflettere sull’interesse che differenti culture siano rimaste affascinate dalla lucentezza di questo metallo.
Tracce d’oro, risalenti al Paleolitico, furono rinvenute dagli studiosi in alcune grotte spagnole, ma alcuni sostengono che l’uso dell’oro sia ancor più antico, datandolo 6000 anni prima di Cristo.
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L’oro nell’era precristiana
Nel 4000 a.C., dove ora si trova l’area geografica conosciuta come Europa dell’Est, alcune popolazioni iniziarono a creare decorazioni in oro, ricavato da miniere nelle alpi transilvane e sul monte Pangeo.
La civiltà sumera, 1000 anni dopo, nella zona dell’Iraq orientale, ideò gioielli in oro molto sofisticati, con uno stile ancora oggi utilizzato.
Passiamo all’antico Egitto, siamo nel 2500 a.C., e scopriamo gioielli d’oro nella tomba di Djer, re della prima dinastia egizia. La regione della Nubia, così ricca d’oro, trasformò mille anni più tardi l’Egitto in una nazione benestante, poiché l’oro divenne il mezzo usato per gli scambi internazionali.
L’arte di lavorare l’oro fu perfezionata più tardi, nel 1200 a.C., quando gli egiziani iniziarono a creare fogli d’oro per vari usi e a unirlo con metalli più resistenti per creare oggetti di varie fogge e colorazioni.
Nel 1091 a.C. La Cina introduce una moneta realizzata in piccoli quadrati d’oro. Ma le prime monete realizzate in oro puro provengono dalla Lidia, regione dell’Asia Minore, e risalgono al 560 a.C.
Greci e Israeliti dell’antica Alessandria introducono l’alchimia nel 300 a.C., una ricerca che ebbe un picco nel medioevo e si protrasse fino al Rinascimento.
Arriviamo infine agli antichi Romani. Durante la seconda Guerra Punica combattuta contro Cartagine fra il 208 e il 202 a.C., i Romani ottennero l’accesso alle miniere aurifere e recuperarono oro dalla ghiaia fluviale e dalle rocce. Più tardi, nel 50 a.C., coniarono una moneta d’oro chiamata Aureus.
L’oro nell’antico Egitto
L’oro rivestì un ruolo particolare nell’Antico Egitto, società che adorava il sole come fonte di vita. E quale altro metallo avrebbe potuto rappresentare al meglio il sole e i suoi bagliori se non l’oro?
L’oro come simbolo religioso
Gli antichi egizi non davano importanza economica all’oro – nella società dei faraoni esisteva il baratto e i servi erano pagati con cibo e regali – ma lo consideravano un metallo dalla natura divina e indistruttibile, associato al sole, a differenza dei Romani, per i quali era moneta di scambio.
L’oro era chiamato “pelle degli dei” e da questo si deduce come giocasse un ruolo chiave nel panorama religioso egizio. Era infatti utilizzato per le maschere funerarie – si ricordi la splendida maschera d’oro puro di Tutankhamen – per realizzare statue di divinità per le cerimonie, per creare gioielli reali.
Seti aveva perfino donato le miniere d’oro a un piccolo tempio, che dedicò ad alcuni dei, fra cui Osiris e Re. Altri faraoni che gli successero seguirono il suo esempio e scavarono miniere in varie località.
Le miniere d’oro dei Faraoni
L’oro veniva estratto nelle miniere o nei depositi fluviali auriferi. Il principale di questi centri di estrazione era in Nubia – dal termine nub, geroglifico in forma di collare che significa oro. La produzione di oro – la cui purezza aveva una gradazione compresa fra i 17 e i 23 carati – era comunque minima, non superando la tonnellata annua nel periodo faraonico.
Geologicamente, la presenza dell’oro era dovuta al basamento precambrico di Egitto e Sudan, chiamato anche scudo arabo-nubiano. La sua estensione va dalle rive del Nilo fino a est alla Penisola Araba, per continuare a sud nella regione del Mozambico.
Dal punto di vista geografico, il cosiddetto “oro delle montagne”, come gli scrivani di Ramses III lo chiamavano – in contrapposizione all’oro dell’acqua estratto dai depositi alluvionali – fu rinvenuto principalmente nel deserto orientale e nella Nubia.
Le miniere più importanti erano Wadi Hammamat e Bir Umm Fawakhir, oltre a Wadi Abbed, Buhen Semma, Wadi Sid, Wadi el-Hudi, Abu Zawal, adi Allaqi.
I primi gioielli nell’Antico Egitto
Per conoscere i primi gioielli egiziani dobbiamo tornare indietro al 4000 avanti Cristo. Gli egizi erano grandi appassionati di gioielli, sia donne sia uomini, e amavano adornarsi specialmente di ciondoli, considerati simboli di protezione per la salute e contro il male.
I gioielli vantavano diverse varietà, dagli amuleti alle collane, dai pendenti agli anelli, ai bracciali, fino ad arrivare alle cavigliere, i diademi, i collari.
Gli Egizi davano molta importanza al colore dei loro gioielli, a cui attribuivano poteri non solo di protezione contro il male, ma anche di buona fortuna. Nell’Antico Egitto il colore preferito dai gioielli reali era il blu. Una delle gemme amate dagli egizi era infatti il turchese, simbolo di gioia, piacere e pulizia.
Gioielli di colorazione verde simboleggiavano invece la fertilità e il successo del nuovo raccolto, mentre una persona deceduta da poco indossava una collana rossa, per soddisfare la sete di sangue della dea Isis.
L’oro nell’era cristiana
L’Impero Bizantino, fra il 600 e il 699 riprende a usare le miniere aurifere dell’Europa centrale e della Francia.
Carlo Magno combatte gli Àvari e saccheggia le loro quantità d’oro, fra il 742 e l’814. In questo modo ottiene il controllo di gran parte dell’Europa occidentale.
L’oro, o meglio la sua “abbondanza quasi illimitata”, colpì Marco Polo quando raggiunse l’estremo Est fra il 1250 e il 1299.
A Venezia nacque la moneta più popolare del mondo, che rimase tale per oltre cinque secoli. Era il Ducato d’oro, introdotto nel 1284. Nello stesso anno, in Gran Bretagna, venne coniata la prima moneta più importante, il fiorino.
L’oro nell’era moderna
Nei secoli successivi l’oro non ha perso la sua importanza. Nel 1700, in Brasile, vengono scoperte ricche miniere aurifere e il paese diviene nel 1720 il maggior produttore d’oro, conquistando i 2/3 della produzione mondiale.
E non possiamo non ricordare la corsa all’oro nel Klondike, Alaska, iniziata nel 1898.
L’oro, in tempi moderni, ha avuto utilizzi non solo commerciali ma anche medici: nel 1927 studi condotti in Francia scoprono un’utilità dell’oro per il trattamento dell’artrite reumatoide. E anche in seguito il metallo pregiato è stato trovato utile in Medicina.